Con questo articolo esploriamo una precisa categoria di reati che possono realizzarsi sul, ma non solo, posto di lavoro, ovvero le molestie sessuali.

Le molestie sessuali possono assumere diverse forme e comprendono:

  • Commenti o battute a sfondo sessuale;
  • Contatti fisici indesiderati;
  • Avances sessuali non richieste, sia verbali che fisiche;
  • Minacce o ritorsioni legate a rifiuti di natura sessuale;
  • Diffusione di materiale pornografico o offensivo.

Tutti questi comportamenti hanno una rilevanza penale e sono puniti con pene detentive fino a dieci anni e a dipendenza degli atti che si vuole denunciare è importante farlo entro determinati termini di prescrizione. 

Nell’ambito della tutela penale hanno rilevanza gli abusi sessuali commessi da una persona che approfitta di una condizione di dipendenza (psicologica) della vittima, come ad esempio un datore di lavoro o un superiore. 

Per la delicatezza dell’ambito e per non rischiare di agire con troppo ritardo, è fondamentale rivogersi ad un legale che possa seguirvi fin dai primi passi della denuncia.

In ambito lavorativo, oltre alle tutele penali, riveste molta importanza anche la Legge federale sulla parità (Lpar), che sancisce il principio di uguaglianza e vieta qualsiasi discriminazione basata sul sesso. 

La legge si applica appunto in particolare al mondo del lavoro e vieta qualsiasi tipo di discriminazione diretta o indiretta basata sul sesso, sia nelle assunzioni, che nei salari, nelle condizioni di lavoro, nelle promozioni, o nei licenziamenti; le molestie sessuali che vengono riconosciute come una forma di discriminazione e tutte le misure che ostacolano la conciliazione tra vita professionale e familiare, come pratiche che penalizzano chi usufruisce di congedi parentali.

Coloro che ritengono di essere vittime di molestie o discriminazione sul posto di lavoro, può chiedere al giudice di riconoscergli un risarcimento fino a sei mesi di stipendio e una protezione contro i licenziamenti ritorsivi laddove agendo contro il datore di lavoro si teme di subire delle rappresarglie.

Il datore di lavoro, tuttavia, non è un soggetto passivo, ma ha un chiaro obbligo di adottare misure preventive e correttive per garantire che il luogo di lavoro sia libero da discriminazioni o molestie sessuali. Questo obbligo si applica indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda ed è importante che il datore di lavoro non sottovaluti questi obblighi nei suoi confronti per non incombere in sanzioni o azioni giudiziarie che possono minare la reputazione dell’azienda, specie qualora le azioni vengano messe in atto da dipendenti. 

È fondamentale che il datore di lavoro agisca anche in caso di comportamenti che, pur non avendo ancora creato un danno concreto, potrebbero generare un ambiente di lavoro ostile o intimidatorio.