Tutele civili contro il mobbing in Svizzera: cosa dice la legge

Dopo aver chiarito cos’è il mobbing e quali effetti può avere sul lavoratore, è utile capire quali strumenti giuridici offre la legge svizzera. In questo articolo analizziamo le principali tutele civili previste per chi subisce comportamenti vessatori sul posto di lavoro.

Obblighi del datore di lavoro secondo il Codice delle obbligazioni

Tutele civili contro il mobbing in Svizzera: cosa dice la legge

Il primo riferimento è il Codice delle obbligazioni (CO). L’articolo 328 CO impone al datore di lavoro di proteggere la dignità dei dipendenti e garantire un ambiente di lavoro sano e rispettoso.
Se non interviene per fermare il mobbing, viola questo obbligo. Una sentenza del Tribunale federale del 2020 ha confermato che le molestie psicologiche rientrano pienamente in questa violazione.

Il lavoratore può chiedere formalmente al datore di intervenirе e adottare misure concrete per fermare il problema. Ma cosa succede se il datore non agisce?

Cosa può fare la vittima se il datore non interviene

Se l’azienda ignora la segnalazione o le misure adottate non bastano, il lavoratore può rifiutarsi di lavorare, purché abbia avvertito il datore in anticipo.
L’articolo 324 CO stabilisce che, in questa situazione, il salario resta dovuto. Tuttavia, il lavoratore deve considerare eventuali risparmi per mancata prestazione o altri guadagni derivanti da attività alternative.

Quando il mobbing rende impossibile continuare a lavorare

Se le molestie rendono insostenibile il rapporto di lavoro, la vittima può chiedere la risoluzione immediata del contratto ai sensi dell’articolo 337 CO.
Se invece il datore licenzia il lavoratore perché le sue prestazioni sono diminuite a causa del mobbing, il licenziamento può essere considerato abusivo (art. 336 CO).

Risarcimento del danno e del danno morale

Le vittime di mobbing possono richiedere un risarcimento per i danni subiti, come spese mediche o costi legati a disturbi psicologici derivanti dalle molestie.
In alcuni casi è possibile ottenere anche un risarcimento per danno morale. La valutazione tiene conto della sofferenza emotiva (ansia, depressione, stress), dei danni alle relazioni personali e dell’impatto sulla reputazione professionale.

Per chiedere il risarcimento occorre agire in fretta: il CO prevede un termine di tre anni da quando si scoprono il danno e il responsabile.

Altri rimedi: l’articolo 28 del Codice civile

Un ulteriore strumento utile è l’articolo 28 CC, che permette alla vittima di chiedere al giudice di far cessare immediatamente la violazione dei suoi diritti personali.
Se la violazione ha causato un danno, la persona può chiedere anche un risarcimento economico e, quando previsto, una riparazione morale. e delle azioni legali che si possono intraprendere.